Nata nel 1968 a Lisbona, in Portogallo, Grada Kilomba è un’artista interdisciplinare. Il suo lavoro si concentra sulla memoria, il trauma, il genere e la decolonizzazione della conoscenza. “Chi può parlare?”, “Di che cosa possiamo parlare?” e “Cosa succede quando parliamo?”, sono le tre domande costanti nei suoi lavori, che creano uno spazio ibrido tra l’accademia e i linguaggi artistici e utilizzano lo storytelling come elemento centrale per condurre le pratiche decoloniali.

Per la casa editrice tedesca Unrast Verlag, Grada Kilomba ha pubblicato nel 2008 il libro Plantation Memories. Episodes of Everyday Racism, una raccolta di episodi di razzismo quotidiano, scritti in forma di piccole storie psicoanalitiche. Libro già tradotto in diverse lingue e che ora arriva in Italia grazie a Capovolte, nella collana Intersezioni, con il titolo Memorie della piantagione. Episodi di razzismo quotidiano.

Nota per l’uso sovversivo e non convenzionale delle pratiche artistiche, Grada Kilomba dà corpo, voce e immagini ai suoi stessi testi. E lo fa utilizzando diversi canali: performance, letture teatrali, video, fotografia, pubblicazioni e installazioni.

I suoi lavori sono stati presentati nei più importanti contesti internazionali: la 6ª Biennale de Lubumbashi; la 10ª Biennale di Berlino; Documenta 14 a Kassel; la 32ª Biennale di São Paulo. Ha esposto, con mostre personali e collettive, nei più importanti luoghi d’arte del mondo. Tra gli altri: la Pinacoteca di São Paulo; il Bildmuseet di Umeå; la Kadist Art Foundation di Paris; il Power Plant di Toronto; il Maxim Gorki Theatre a Berlino; il MAAT-Museum of Art, Architecture and Technology, di Lisbona; il Secession Museum di Vienna; il Bozar Museum di Bruxelles; il PAC-Padiglione di Arte Contemporanea, di Milano. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.

Fortemente influenzata dal lavoro di Frantz Fanon, Kilomba ha studiato Psicoanalisi Freudiana a Lisbona, all’ISPA, e lì ha lavorato con i sopravvissuti alla guerra dell’Angola e del Mozambico. In un primo momento ha iniziato a scrivere e pubblicare storie, poi ha esteso i propri interessi al palcoscenico, alle immagini, ai suoni e al movimento.

Kilomba ha conseguito un prestigioso Dottorato in Filosofia alla Freie Universität di Berlino. Ha tenuto letture in diverse università internazionali, come l’Università del Ghana e l’Università delle Arti di Vienna, ed è stata Guest Professor alla Humboldt Universität di Berlino, Dipartimento di Studi di Genere. Per diversi anni, è stata artista ospite al Maxim Gorki Theatre di Berlino, sviluppando Kosmos 2, un intervento politico con artisti rifugiati.

CAPOVOLTE ha pubblicato il suo: Memorie della piantagione. Episodi di razzismo quotidiano.