Cinque colpi di pistola al viso e alle mani. L’amavo troppo e le ho sparato è un’espressione che richiama la dichiarazione rilasciata alla polizia, nel 1933 a Torino, dall’ex amante di una donna che aveva deciso di interrompere la loro relazione: “le volevo troppo bene ed ho sparato” (La Stampa della Sera, 3 marzo 1933 – numero 53, pagina 2. Le rivoltellate di un passionale).

Otto drappi ricamati collettivamente si incaricano di diffondere fra le vie della città stralci di articoli e di processi internazionali per violenza domestica e femminicidio a partire dal 1847. Issati su supporti in legno a mo’ di stendardi insostenibili, i drappi saranno portati allo sguardo e alla consapevolezza del pubblico attraverso un’azione acrobatica silenziosa, che annuncerà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando tutti e tutte a farsi carico di una parte di responsabilità. Uno strumento artistico di riflessione e supporto per l’analisi dell’immaginario legato alla virilità, che porta con sé assegnazioni e ingiunzioni sociali in cui la violenza raramente è messa in discussione, se non nel momento in cui diventa reato.

La performance-parata, ideata dall’artista Irene Pittatore in collaborazione con la formatrice Isabelle Demangeat e il corso di Sociologia delle Pari Opportunità di Stefania Doglioli dell’Accademia Cirko Vertigo, si terrà Venerdì 24 novembre 2023 ore 15.30 – 16.30, in via Montebello fra via Giuseppe Verdi e corso San Maurizio a Torino (in caso di pioggia la performance si svolgerà in via Po, sotto i portici, nel tratto compreso fra via Montebello e via Sant’Ottavio), e terminerà con l’esposizione degli stendardi presso InGenio Arte Contemporanea, in corso San Maurizio 14/E 

Eseguita da venti studenti e studentesse della Fondazione Cirko Vertigo, la performance-parata è parte di un ampio progetto artistico ed editoriale in uscita nella primavera 2024: https://irenepittatore.it/lamavotroppo/.

I documenti storici dai quali ha preso forma l’idea artistica provengono dagli Archives Départementales du Var, dall’archivio La Stampa, dagli Archivi di Stato di Firenze e di Torino. Essi portano alla luce, per frammenti, le voci di donne che hanno subito abusi, dei loro aggressori e di testimoni dei fatti, svelando una sconcertante attualità e ricorrenza di azioni, discorsi e posizioni giustificatorie verso gli aggressori e denigratorie nei confronti delle donne.

Stampate su grandi tessuti con un carattere tipografico a punto croce, queste testimonianze d’archivio sono state la base di lavoro per workshop di condivisione e ricamo collettivo che da gennaio a oggi hanno coinvolto più di 200 persone, fra rappresentanti di istituzioni e università, insegnanti, studenti e studentesse, attivisti e attiviste del movimento Donna Vita Libertà, persone con disabilità visiva di UICI / Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e persone afasiche della Fondazione Carlo Molo. Il workshop ha fatto tappa all’Université de Bretagne Occidentale a Brest (Master mention Direction de Projets ou Établissements culturels), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (per tre edizioni dedicate al pubblico del museo e al corso di Animazione interculturale della Città di Torino e ASAI), al Teatro Perempruner di Grugliasco per la Fondazione Cirko Vertigo e presso il collettivo Allesbien di Berlino.

Nel corso dei workshop, le persone partecipanti hanno lasciato la loro croce sui tessuti le cui testimonianze d’archivio risuonavano con la propria diretta esperienza di vita o di lavoro. Il ricamo si è fatto strumento di misura della diffusione dell’esperienza quotidiana della violenza di genere, trasformando i drappi in opere partecipate che rendono ragione di un’azione condivisa di consapevolezza, immaginazione e lotta a paradigmi culturali iniqui e patriarcali, nel tentativo di tracciare, anche visualmente, alternative e vie di fuga: da scoprire seguendo le parole ricamate in giallo e in bianco, che attraversano trasversalmente le testimonianze d’archivio.

Ciascuno dei drappi ricamati introdurrà e illustrerà, inoltre, un capitolo del “quaderno d’artista” L’amavo troppo e le ho sparato, pubblicazione transmediale e bilingue, edita da Capovolte, dedicata a lettori e lettrici a partire dai 14 anni di età e al personale educante che si occupa di contrasto alla violenza. Il quaderno interattivo, in uscita nella primavera 2024, ha lo scopo di favorire il riconoscimento delle radici culturali della violenza di genere e delle sue manifestazioni, per imparare a contrastarle, attraverso strumenti formativi innovativi di natura artistica e scientifica.

L’amavo troppo e le ho sparato

Una performance-parata di
Irene Pittatore

In collaborazione con
Isabelle Demangeat e il Corso di Sociologia delle Pari Opportunità di Stefania Doglioli / Fondazione Cirko Vertigo

Con il sostegno di
Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile APS

Partner scientifici
Fermata d’Autobus onlus
Forme in bilico APS 

Supervisione acrobalance
Guillermo Hunter

Ricamo a cura di Laura Guercio Coppo, Adriana Pittatore, Melina Benedetto e 200 partecipanti al workshop itinerante

Graphic design
Studio Grand Hotel

Supporti in legno
Screw Project

Con il Patrocinio di
Città di Torino

Con il contributo di
Città di Torino

 

CREDITI PROGETTO

L’amavo troppo e le ho sparato

Un workshop e un “quaderno d’artista” di
Irene Pittatore e Isabelle Demangeat

Con il sostegno di
Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile APS
ENGAGEDin

Edizioni
Capovolte

Con il Patrocinio di
Città di Torino
Politecnico di Torino

Partner scientifici
Fermata d’Autobus onlus
Forme in bilico APS

In collaborazione con
Dipartimento educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
APID Torino Imprenditorialità Donna

Ricamo a cura di
Laura Guercio Coppo, Adriana Pittatore, Melina Benedetto e 200 partecipanti al workshop itinerante

Graphic design
Studio Grand Hotel

Con il contributo di
Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e di 129 donors su Eppela