Ottobre 2022. Camera e Senato hanno votato la fiducia al governo più a destra della storia repubblicana del paese. La prima donna alla presidenza del consiglio si insedia in nome di un’alleanza tra politiche conservatrici e neoliberiste. Un’alleanza che dietro la facciata è una dichiarazione di guerra alle lotte femministe, antirazziste e per la giustizia sociale.

Istruzione in nome del merito? No, si chiama esclusione dalle opportunità educative.

Il ministero dell’educazione annunciato dal neonato governo Meloni annuncia fin dal nome un programma di politiche dell’esclusione e della discriminazione. Come illustra il Piccolo manuale femminista e antirazzista» di Djamila Ribeiro, la meritocrazia distorce il nesso tra le capacità individuali e le condizioni materiali, le opportunità concrete, per sviluppare tali capacità. Da una prospettiva femminista intersezionale slegare il presunto merito dalle condizioni di genere, razza e classe, significa giustificare l’espulsione di intere fette sociali – specie se povere e razzializzate – dall’educazione di qualità.

Si si scrive «Pari opportunità, natalità e famiglia», si legge Ministero della «nazione eterosessuale»

Si definisce femminista, la neoministra delle pari opportunità Roccella, ma con il femminismo non ha niente a che vedere la sua posizione anti-abortista e il suo ruolo di spicco nel Family Day. Le premesse sono chiare: il progetto di governo è incentrato sulla famiglia tradizionale (occidentale, bianca, borghese) come unità minima per costruire e riprodurre quella che Akotirene in Intersezionalità chiama «nazione eterosessuale». Laddove l’eterosessualità fa rima con famiglia naturale, il nazionalismo si insinua nella sfera domestica e impone fin dall’infanzia un’educazione rigida ai ruoli di genere, alla gerarchia tra maschile e femminile, al nesso donne-madri. Riducendo alla devianza tutto ciò che non corrisponde al disegno, quella che si annuncia è un’escalation di etero-sessismo e razzismo istituzionale.

Antirazzismo, femminismo, intersezionalità: non sono solo concetti, ma lenti per leggere dietro le retoriche, pratiche di resistenza quotidiana, strategie per costruire un altro progetto di società.