ll 10 gennaio scorso, a Padova, Oussama Ben Rebha è morto affogato nel fiume Brenta dopo un inseguimento della Polizia. I testimoni riferiscono che l’uomo, razzializzato, sia stato picchiato e poi gettato nel fiume dai poliziotti. Il corpo è stato recuperato solo dopo molte ore, l’autopsia a distanza di giorni, il girato delle telecamere non viene analizzato e i giornali mainstream ignorano la vicenda. Un anno fa, nello stesso punto, moriva annegato, Khadim Kole, in una dinamica analoga con la polizia.
⚫ «Parlare non vuol dire soltanto emettere delle parole, ma significa poter esistere», scrive Djamila Ribeiro, per illuminare quello che definisce, nell’omonimo testo, Il luogo della parola. In una società razzista il luogo che occupiamo socialmente ci espone a esperienze differenziate e a possibilità altrettanto distinte di restituirle.
Perciò sostiene Ribeiro, prendere parola, essere ascoltatə, credutə, umanizzatə, in una società razzista è sinonimo di lotta e di alleanze necessarie.
🟡 Il Coordinamento Antirazzista Italiano chiama a scendere in piazza da ovunque possibile il 28 gennaio h.14, a partire dalla Stazione Centrale di Padova. Giustizia per Oussama Ben Rebha.
https://coordinamentoantirazzista.wordpress.com
Se «Il discorso subalterno mette in luce un luogo silenziato», è da lì che deve emergere, e ottenere ascolto, la verità.