Il passato scrive i nostri corpi. Con il movimento nel tempo presente, le parole affiorano sulla pelle, e tracciano le linee di fuga verso l’orizzonte del cambiamento. All’interno del progetto Decolonizzare il sapere. Pratiche di femminismo antirazzista, è nato workshop Memorie da sottopelle. Laboratorio di coreo/grafie decoloniali, grazie a un’idea di Marie Moïse e Mackda Ghebremariam Tesfau’, ricercatrici, attiviste e traduttrici per Capovolte del libro Memorie della piantagione. Episodi di razzismo quotidiano, di Grada Kilomba.

In un percorso che ricama sui corpi come sulle pagine scritte, il laboratorio propone una pratica collettiva di rielaborazione teorica e performativa dell’esperienza incarnata dei rapporti di dominio e della loro colonialità. Attraverso le parole delle autrici razzializzate pubblicate da Capovolte, Grada Kilomba, Djamila Ribeiro, Rahma Nur, Carla Akotirene e alla loro ampia genealogia intrecciata di pensatrici e poete, le parole e i concetti del femminismo decoloniale si trasformano in versi, in movimento e contatto. E la potenza femminista tra liberazione, guarigione, riarticolazione dei meccanismi di difesa, prende la forma di una nuova coscienza collettiva.

Il laboratorio, della durata di circa 2 ore e mezza, che mira a raggiungere in particolare educatorə e operatorə attivə sui territori, è rivolto a chiunque voglia partecipare e adotta un linguaggio accessibile.

Chi volesse ospitare il workshop presso una associazione, un collettivo, una realtà diversa, può scrivere a edizioni@capovolte.it.

Il progetto Decolonizzare il sapere. Pratiche di femminismo antirazzista all’interno del quale è nato il workshop è ideato da Capovolte, con il sostegno di Fondazione Finanza Etica grazie all’erogazione liberale di Etica Sgr, nell’ambito del bando “Che impresa per le donne”.