“Per mezzo dell’arte possiamo sovvertire repressioni e conflitti”, “realizzare un’arte anticonformista e di intervento politico, e perciò rivoluzionaria, che renda possibile recuperare ciò che il nostro spirito ha di fondamentale: la dignità”. La potente poetica dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino al PAC di Milano percorre sessant’anni di storia e attraversa la dittatura e l’oppressione in Brasile, racconta la fame e la spinta verso la libertà, plasma resistenza e rivoluzione.

O amor se faz revolucionario, è il titolo della retrospettiva. È lo stesso amore tenace, caparbio e resistente che Marielle Franco ha incarnato nella sua breve vita e nella sua attività politica, che ha alimentato la sua forza e determinazione, la sua fiducia nell’esistenza e nella possibilità di cambiare il mondo, di riscriverne le regole. Di rivoluzionare.

Due figure solo apparentemente distanti, sullo sfondo dello stesso grande Paese, meraviglioso ma coperto da scure ombre. Due donne che a distanza si sono incontrate, grazie al curatore Diego Sileo, che proprio in chiusura della mostra ha deciso di ospitare Agnese Gazzera, autrice di Marielle, presente! nei suggestivi locali del PAC, tra opere che attraversano decenni. E di raccontare, per lasciare un segno ancora più evidente, ancora più significativo. Per tracciare trame e creare legami, per testimoniare come la rivoluzione possa assumere diversi volti. 

Grazie al PAC e  grazie a Diego Sileo che, a conclusione della presentazione ha condotto i presenti nell’ultima visita guidata, appassionata e appassionante, della storia di una donna, di un Paese e di un continente che soffre e sa lottare.