Uno specchio segreto, un vuoto che si riempie di significati e si fa trampolino verso nuove possibilità. L’alopecia come esperienza vissuta, attraversata, combattuta e poi fiorita, alla ricerca di un riconoscimento di sé, per superare la conformità e costruire una trasformazione umana e generativa di nuove connessioni.

È la storia di Ilaria Santambrogio, coach, consulente aziendale e leader positiva, che si racconta nel libro Ai fiori non serve il pettine, scritto a quattro mani con Marina Gellona, giornalista, docente della Scuola Holden di Torino, ed edito da Capovolte nella collana Ribelle.

Ilaria è una donna che fin da bambina soffre di alopecia, la perdita di capelli, che nel suo caso nel tempo diventa totale. Lo sconvolgimento, il dolore, il senso di perdita, l’accettazione, il lavoro di cura su di sé. Ilaria vive in bilico tra una società performativa, che pretende di plasmare le persone in prodotti uguali e controllabili, e la ricerca costante di un benessere autentico, individuale e relazionale, non preordinato. Dai conflitti sul luogo di lavoro, dove si scontra con dinamiche di potere patriarcale, alle vicende di una storia famigliare articolata e che ha con i fiori una relazione profonda, la non conformità diventa per Ilaria una strada da percorrere per affermare la propria individualità. Un fiore che sboccia, fisicamente sul suo corpo, simbolicamente grazie alle sue scelte, per una trasformazione generativa di nuove connessioni e di una società in cui ci si possa raccontare autenticamente senza rischiare l’esclusione.

 

“Accarezzo la testa ‒ glabra, lucida ‒ tra la luce artificiale e la luce del sole.
La pelle è morbida, tesa.
Un tamburo silente.
Un uovo nel nido.
La luna quando è piena, metà in ombra, metà no.
Una tazza di ceramica vuota, rovesciata.
Una donna del futuro? Di un mondo lontano, di un altro pianeta?
Lontana da cosa? È così vicina. È qui”.

Ai fiori non serve il pettine (Capovolte, 2023)

 

“Questa è una storia che non scivola via, che non cade come i petali dalla corolla, come le foglie dall’albero, come cadono le braccia quando leggi leggi leggi, ma non trovi né capo né coda. Qui trovi una testa in fiore. È una storia senza una fine, ma con un fine, la cura della vita nel suo fiorire esistenziale”.

Dalla prefazione di Cristina Cortesi, filosofa, formatrice, fondatrice di Curopoli