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  • di MANUELA MELLINI La bicicletta per le donne non è mai stata solo un mezzo di trasporto, ma un veicolo con cui portare avanti battaglie, sfidare le convenzioni e tratteggiare la via per la propria emancipazione. Dalla sua nascita agli anni delle pioniere; dalle imprese di Alfonsina Strada, unica donna ad aver preso parte a un Giro d’Italia maschile, alla Resistenza che trasformò la bicicletta in un’arma preziosa; dagli anni ’60, con le battaglie sociali e il riconoscimento del ciclismo agonistico femminile, all’epoca odierna in cui, a fronte di alcune importanti conquiste, il lavoro da fare resta molto. La bicicletta è ancora sinonimo di resistenza e rivoluzione nei luoghi in cui le donne devono battersi per i diritti più elementari, ma anche nelle città occidentali, dove la lotta per il proprio riconoscimento va di pari passo con la ricerca di una mobilità democratica e inclusiva, con lo sguardo all’ambiente. Nella battaglia per l’autodeterminazione, nella volontà di costruire una società più equa e giusta, la bicicletta è un’ottima alleata delle donne. Perché è sostenibile, libera, non violenta, e permette di conquistare spazi fisici e sociali che a volte ancora sembrano preclusi. Prefazione di Paola Gianotti Illustrazione di copertina di Resli Tale
  • di GRADA KILOMBA 
    "Quando scrivo divento la narratrice e la scrittrice della mia realtà, l’autrice e l’autorità della mia stessa storia. In questo senso, divengo la contrapposizione assoluta di ciò che il progetto coloniale ha predefinito". Memorie della piantagione è l’opera cardine di Grada Kilomba, artista interdisciplinare che, sovvertendo i canoni delle pratiche artistiche, affronta il razzismo e le forme di decolonizzazione del sapere, concentrandosi su elementi come memoria, trauma, genere. In questo testo emerge la realtà psicologica del razzismo quotidiano, vissuto in particolare dalle donne Nere e basato sulle impressioni soggettive, le auto-percezioni e le narrazioni biografiche. La combinazione delle parole “piantagione” e “memorie” descrive il razzismo come realtà traumatica e posiziona lə soggettə Nerə in una scena coloniale dove, tutt’a un tratto, il passato viene a coincidere con il presente e il presente è esperito come se ci si trovasse ancora in quel passato straziante. Ma a cui è possibile rispondere, con un processo di decolonizzazione del sé. Un libro fondamentale, attraverso cui Grada Kilomba crea uno spazio di resistenza e speranza, una nuova geografia del futuro.
    Grazie alla traduzione di quest’opera, Capovolte introduce nelle sue pubblicazioni l’utilizzo della lettera ǝ, con l’obiettivo di andare alla ricerca di un linguaggio più inclusivo.
    Traduzione di Mackda Ghebremariam Tesfaù e Marie Moïse
    Traduzione dell'introduzione dal portoghese di Silvia Stefani
  • di DJAMILA RIBEIRO
    Chi ha diritto di parola in una società come quella occidentale, dove maschilismo, bianchezza ed eterosessualità risultano essere la norma? Ripercorrendo le riflessioni di figure storiche del femminismo come Simone de Beauvoir, Lélia Gonzalez, Angela Davis e diverse pensatrici contemporanee, Djamila Ribeiro fa emergere la posizione critica della donna nera: lei è l'altro dell'altro, ai margini del dibattito sul razzismo centrato sull'uomo nero e ai margini del dibattito di genere centrato sulla donna bianca.
    Riflettere sul femminismo nero non crea scissioni ma, anzi, serve a "interrompere la scissione che si è creata in una società disuguale". E, ragionando su come le oppressioni di razza, genere e classe si intersecano, significa "ideare progetti, nuovi traguardi civilizzatori, pensare a un modello differente di società". In questo contesto si inserisce il concetto di "luogo della parola", pensato come un rifiuto della storiografia tradizionale e della gerarchizzazione dei saperi, risultante dalla gerarchia sociale. Perché parlare non vuol dire soltanto emettere delle parole, ma significa poter esistere.
    Traduzione di Monica Paes
    Postfazione di Valeria Ribeiro Corossacz 
  • di AGNESE GAZZERA

    Un libro sulla storia umana e politica di Marielle Franco, l’unica donna nera tra i 51 consiglieri comunali di Rio de Janeiro, eletta nel Partito Socialismo e Libertà (Psol), uccisa il 14 marzo 2018. Nata e cresciuta in una favela, afrodiscendente, lesbica, femminista, aveva fatto di se stessa la propria bandiera: un “corpo politico” con cui affrontare il mondo e lottare per i diritti delle persone che rappresentava, contro il razzismo, le violenze di genere, le diseguaglianze, la criminalità organizzata e di Stato.

    Prefazione di Marie Moïse Postfazione di Valeria Ribeiro Corossacz L'autrice ha deciso di devolvere i proventi a lei spettanti all'Instituto Marielle Franco, fondato dalla famiglia della consigliera comunale brasiliana. 
  • di Djamila Ribeiro Nel più delicato e personale dei suoi libri, la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro rievoca l’infanzia e l’adolescenza per affrontare temi quali l’ancestralità nera, la violenza di Stato e le difficoltà di crescere i figli e guardare al futuro in una società strutturalmente razzista. Il racconto prende la forma di lettere alla defunta nonna Antônia - affettuosa e amorevole, conoscitrice di erbe curative e guaritrice molto ricercata. La complicità sempre esistita tra nonna e nipote è ciò che permette all'autrice di ricordare episodi difficili, come la perdita del padre e della madre, le aggressioni subite come donna Nera in Brasile e gli ostacoli vissuti nella vita accademica. Nelle lettere le relazioni amorose, le esperienze professionali, la musica, le letture e le amicizie che hanno accompagnato Djamila Ribeiro nella sua crescita personale si uniscono a una graduale consapevolezza: l’eco delle lotte e delle conquiste delle persone Nere che ci hanno precedute è la forza che ci permette di andare avanti, nel recupero di una memoria e di una genealogia collettiva familiare e degli oppressi che diventa risposta alle sfide del presente. Traduzione di Alessia Di Eugenio e Nicola Biasio Postfazione a cura dellə traduttorə e di Francesca De Rosa
  • di Mounia El Kotni e Maëlle Sigonneau Maëlle ha 30 anni quando scopre di avere un cancro al seno metastatico, ritenuto incurabile. E la sua esperienza di terapia da fatto privato si fa politico. Un grido di denuncia, uno sguardo per approfondire il percorso di cura che ogni anno coinvolge migliaia di donne, ma su cui ancora pesano una narrazione stereotipata che guida forme di business truccate di rosa, molteplici aspettative di genere imposte dalla società, casi di violenza oncologica spesso sottaciuti o difficili da riconoscere. Partendo dall’esperienza personale di Maëlle Sigonneau e dai lavori di ricerca dell’antropologa Mounia El Kotni, nasce questo volume, che fa seguito al podcast di successo Im/Patiente, prodotto e distribuito in Francia nel 2019. Un libro di analisi e di lotta, per provare a cambiare sguardo e agire insieme, tessendo nuove forme di alleanza, contro la malattia del secolo.
  • Sale!
    Potete sostenere la casa editrice con un acquisto combinato di Bruciamo la paura. Un manifesto femminista del Collettivo LASTESIS e La potenza femminista. O il desiderio di cambiare tutto, di Verónica Gago.   BRUCIAMO LA PAURA. UN MANIFESTO FEMMINISTA Il manifesto politico di LASTESIS, collettivo artistico femminista che nel 2019, nel pieno delle proteste che hanno infiammato il Cile, ha ideato "Un violador en tu camino", canto e performance di lotta replicata e interpretata nelle strade di oltre 50 Paesi. Il corpo e l'arte diventano strumento di battaglia e analisi critica di un presente dove maschilismo e patriarcato pretendono ancora di imporre una norma che si fa violenza sulle donne, sulle dissidenze, su chi non è conforme. Dal Cile al resto del mondo, la risposta viene dalla risonanza del messaggio, dalla capacità di ribellarsi al patriarcato come allo sfruttamento capitalista, al sessismo come ai ruoli assegnati "per natura" alle donne, alla norma etero come alla violenza. La capacità di ribellarsi anche alla paura. Insieme. L'edizione italiana del libro, tradotto da Ilaria Leccardi, è arricchita dall'inserto fotografico Plaza de la Dignidad, a cura di Luca Profenna.   LA POTENZA FEMMINISTA. O IL DESIDERIO DI CAMBIARE TUTTO Da Verónica Gago, una delle fondatrici di Ni Una Menos in Argentina e tra le voci più importanti del femminismo a livello internazionale, un testo fondamentale per comprendere la connessione e la potenza delle lotte anti-patriarcali in tutto il mondo, a partire dal Sud Globale. Lo sciopero transfemminista come lente sul nostro presente, processo in divenire e strumento di lotta; l’intreccio tra la violenza finanziaria e quella di genere; il corpo come campo di battaglia; il contrasto all’avanzata del modello estrattivista di sviluppo; il valore dell’assemblea come dispositivo situato di intelligenza collettiva, il nesso tra genere-razza-classe. Traduzione italiana a cura di Silvia Stefani
  • di NINA LAKHANI "L’esercito ha una lista di persone da uccidere, con il mio nome in cima. Io voglio vivere, ma in Honduras l’impunità è totale. Quando vorranno ammazzarmi, lo faranno". Nel 2015 la leader indigena Berta Cáceres ha vinto il Goldman Prize, il premio ambientale più prestigioso al mondo, per aver guidato la campagna contro una diga idroelettrica finanziata dalle multinazionali sul fiume sacro del popolo Lenca. Meno di un anno dopo è stata uccisa. Nina Lakhani ripercorre la sua storia, il suo impegno a difesa dell’ambiente, dipingendo il ritratto intimo di una donna straordinaria, che si è battuta nonostante le intimidazioni e la morte di numerosi compagni. Ma al tempo stesso racconta la storia di un Paese, l'Honduras, oppresso dai poteri delle grandi aziende, del narcotraffico e dall’ombra degli Stati Uniti. Un'inchiesta potente, condotta con decine di interviste e anni di ricerche sul campo, nonostante le minacce ricevute dall'autrice, unica giornalista straniera ad assistere al processo in cui funzionari della sicurezza statale, sicari e dipendenti della compagnia incaricata della costruzione della diga sono stati condannati. Molte domande sui mandanti rimangono senza risposta. Traduzione di Agnese Gazzera
  • di Collettivo LASTESIS 
    Il manifesto politico di LASTESIS, collettivo artistico femminista che nel 2019, nel pieno delle proteste che hanno infiammato il Cile, ha ideato "Un violador en tu camino", canto e performance di lotta replicata e interpretata nelle strade di oltre 50 Paesi. Il corpo e l'arte diventano strumento di battaglia e analisi critica di un presente dove maschilismo e patriarcato pretendono ancora di imporre una norma che si fa violenza sulle donne, sulle dissidenze, su chi non è conforme. Dal Cile al resto del mondo, la risposta viene dalla risonanza del messaggio, dalla capacità di ribellarsi al patriarcato come allo sfruttamento capitalista, al sessismo come ai ruoli assegnati "per natura" alle donne, alla norma etero come alla violenza. La capacità di ribellarsi anche alla paura. Insieme. L'edizione italiana del libro è arricchita dall'inserto fotografico Plaza de la Dignidad, a cura di Luca Profenna. Traduzione di Ilaria Leccardi.
  • Io sono

    20,00

    Cos’è il corpo per una ginnasta professionista? Come raccontare la sua potenza, elasticità, eleganza e forza? E qual è il rapporto tra l’atleta e il suo stesso corpo, strumento di lavoro fin dalla giovane età, che da una parte si pretende macchina perfetta, dall'altra deve fare i conti con la vita reale e i canoni imposti dalla società?

    Io sono è un progetto fotografico di Filippo Tomasi, professionista con anni di esperienza sui campi gara di tutto il mondo, in cui 17 ginnaste provenienti dall'universo dell'artistica e della ritmica hanno deciso di raccontarsi attraverso la propria fisicità, senza veli.

    Un progetto in cui la fotografia si fa parola, il gesto diventa arte, il bianco e il nero dipingono storie di fatica e crescita, per rivendicare, attraverso le singole esperienze ma con una voce collettiva, il diritto di mostrarsi per ciò che si è, per il piacere di condividere e affermare che ogni corpo è degno, speciale e bello.

    "Ti diranno che non vai bene, ti diranno che sei troppo alta, bassa, magra, grassa, ti guarderanno per come sei, per cosa fai, per le scelte che prenderai e ti giudicheranno, sempre. Ama ogni cosa di te, ogni difetto e imperfezione perché sono quelli che ti rendono unica".

      Con la prefazione di Francesca Masserdotti, di Assist - Associazione Nazionale Atlete
  • di Ilaria Santambrogio e Marina Gellona Uno specchio segreto, un vuoto che si riempie di significati e si fa trampolino verso nuove possibilità. Ilaria è una donna che fin da ragazza soffre di alopecia. Un’esperienza vissuta, attraversata, combattuta e poi fiorita in dialogo con sé stessa. Alla ricerca della propria forma, del riconoscimento di sé, Ilaria vive in bilico tra una società performativa, che pretende di plasmare le persone in prodotti uguali e controllabili, e la ricerca costante di un benessere autentico, individuale e relazionale, non preordinato. Dai conflitti sul luogo di lavoro, dove si scontra con dinamiche di potere patriarcale, alle vicende di una storia famigliare complessa, la non conformità diventa per Ilaria una strada da percorrere per affermare la propria individualità. Un fiore che sboccia, fisicamente sul suo corpo, simbolicamente grazie alle sue scelte, per una trasformazione generativa di nuove connessioni e di una società in cui ci si possa raccontare autenticamente senza rischiare l'esclusione.
  • di Djamila Ribero

    Dieci lezioni brevi per comprendere le origini del razzismo e combatterlo. Dalla necessità di riconoscere il privilegio bianco, alla violenza razziale, Djamila Ribeiro delinea un percorso di critica e consapevolezza, per offrire nuovi spunti di riflessione e nuovi strumenti a chi voglia approfondire la propria percezione del razzismo e assumersi la responsabilità di trasformare il presente.

    Il razzismo, sostiene la filosofa brasiliana, non è solo l’atto volontario o meno di un individuo, ma una dimensione strutturale consolidata e radicata nella nostra società, che crea disuguaglianze, oppressione, negazione di diritti. Riconoscerne le radici e l’impatto può essere sconvolgente e paralizzante, ma la pratica antirazzista è più che mai urgente ed è una battaglia che riguarda tutti e tutte.

    Il volume in Brasile è rimasto per cento settimane nella classifica dei libri più venduti, ma è fondamentale anche nel nostro contesto sociale. «Questo Piccolo manuale - scrive nella prefazione Igiaba Scego - aiuterà anche noi qui in Italia, un’Italia che nega di essere perpetuatrice di razzismo sistemico (e lo è), a mettere a fuoco i dilemmi e i fantasmi che si agitano nella nostra contemporaneità».

    Traduzione di Francesca De Rosa Prefazione di Igiaba Scego

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