La migrazione, la violenza sessuale, le questioni di genere, la malattia mentale e la memoria sono al centro di Una storia di sparizione di Sarah Lubala, debutto poetico dell’autrice di origini congolesi, in libreria dal 10 febbraio.

Al cuore della raccolta c’è lo sradicamento forzato da quel Paese che di lì a poco sarebbe diventato Repubblica Democratica del Congo, cuore verde dell’Africa, ancora oggi teatro di conflitti sanguinosi che lo pongono al centro dello scacchiere internazionale. Attraverso lo sguardo di Lubala, la storia del Congo e quella della sua famiglia si intrecciano dentro una narrazione poetica in cui il tempo stesso diventa un  fiume in cui il passato e il presente rappresentano un’unica dimensione liquida e mutevole.

Dalla nebbia che si leva da quella massa d’acqua emergono ricordi, quelli di una storia famigliare spezzata in più parti dalla migrazione, dalla violenza e dalla malattia. Emergono figure femminili, di bambine prima e poi donne, ora fragili come uccellini tremanti ora forti e radicate come alberi di una foresta primaria. La voce poetica che le racconta, sconcertante nella sua lucidità e commovente nella sua umana pietà, solca le acque del fiume, le attraversa, vi si bagna e ne riemerge, infine, limpida e luminosa.

“sono stata cresciuta
seguendo il vangelo congolese
posso insegnarti come si fa a dimenticare

il posto da cui vieni
a venerare l’ampia strada davanti a te
le mani aperte
in questo modo:
fa’ che ciascun palmo
sia una lettera
rivolta al cielo”

Il libro, con la curatela della giornalista Antonella Sinopoli e la traduzione di Gaia Resta, è stato realizzato in collaborazione con AfroWomenPoetry, un progetto socio-culturale che mira ad aprire una finestra sulla produzione poetica femminile dei Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, con l’obiettivo è dare visibilità alle donne che, attraverso i versi, raccontano le proprie storie, i propri drammi, le proprie speranze.

Ascolta l’intervista ad Antonella Sinopoli e Gaia Resta su Fahrenheit di RaiRadio3