Accesso alla voce, legittimità, autorità e autorialità nella rappresentazione letteraria sono i criteri che hanno guidato il lavoro di ricerca e analisi delle studiose Alessia Di Eugenio e Francesca De Rosa e la selezione delle autrici proposte. I testi e le visioni raccolte ci restituiscono il riflesso di un processo in corso, che sta rendendo possibile un ripensamento del canone letterario e una maggiore apertura, attenzione e possibilità di spazi per nuove produzioni.
Il risultato è quello di un mosaico caleidoscopico che restituisce alcune delle molte sfumature possibili di discorso e significato su ciò che chiamiamo Améfrica. Parole centrali nelle cosmovisioni indigene e afrobrasiliane, neologismi e parole che incarnano percorsi di autoaffermazione fanno presa insieme, inventano nuovi linguaggi ad arricchire la lingua brasiliana di nuove voci.«È stato allora che alcuni bianchi davvero simpatici ci invitarono a una loro festa,dicendo che era anche per noi. Uno di quegli eventi di libri su di noi. Siamo stati accolti molto bene e trattati con il massimo riguardo. Siamo stati persino invitati a sederci al tavolo dove erano seduti loro, che facevano un bel discorso, dicendo che eravamo oppressi, discriminati, sfruttati. Erano tutte persone raffinate e istruite, che avevano viaggiato molto in questo mondo di Dio. Sapevano il fatto loro. Noi abbiamo provato a raggiungere il tavolo. Solo che era così pieno di persone che era impossibile sederci lì. Ma ci siamo sistemati per bene, con le sedie, seduti proprio dietro di loro».