Nel cinquantenario dell’indipendenza dell’Angola (11 novembre 1975), esce in Italia Fame di mia madre, romanzo d’esordio della poetessa e scrittrice Yara Nakahanda Monteiro. Al centro la figura di Vitória, nata in Angola ma cresciuta in esilio con i nonni in Portogallo che, a poche settimane dal matrimonio, torna nel paese di origine per cercare la madre guerrigliera e rivoluzionaria, scomparsa anni prima, durante la lotta per l’Indipendenza e la guerra civile.Yara Monteiro parte dalle “vecchie carte” del nonno per dare vita a un romanzo travolgente, in cui la maternità incontra la lotta armata, le memorie intime si intrecciano alle vicende nazionali, l’identità si rivela nella lingua e le ambiguità e le contraddizioni si fanno materia viva nei meandri della Storia.
“La memoria familiare non è soltanto di chi l’ha vissuta. Chi nasce dopo porta con sé la biografia di coloro che sono venuti prima. Io esisto in quel passato, e la memoria mi appartiene. L’Angola che conosco è l’evocazione dei ricordi che non si sono estinti nel tempo. È l’utopia della felicità”
L’11 novembre 2025 l’Angola celebra 50 anni di indipendenza dal dominio coloniale portoghese. Un’indipendenza conquistata dopo tredici anni di lotta armata (1961-1974), seguita, quasi senza respiro, da una lunga guerra civile (1975-2002), alimentata dalle tensioni geopolitiche della Guerra Fredda e dal rapido abbandono dei portoghesi del territorio dopo secoli di sfruttamento. Ne risultò uno scontro fra le due principali fazioni del fronte anti-coloniale, l’MPLA (Movimento Popular de Libertação de Angola) e l’UNITA (União Nacional para a Independência Total de Angola), che si contesero il governo del Paese. Nel nostro piccolo vogliamo contribuire, qui in Italia, alla celebrazione di questa data importantissima, e quale modo migliore se non attraverso le tante domande che Fame di mia madre pone a tutti noi in relazione al presente che viviamo?