È difficile pensare di muovere qualcosa in un momento in cui tutto e tutti sono – doverosamente – fermi, a causa dell’emergenza coronavirus che ormai è diventata planetaria. Ma noi a questo progetto stiamo lavorando da tanto e non ci sembra vero di essere arrivate alla fine. Capovolte porta in Italia il pensiero di Djamila Ribeiro, con Il luogo della parola, (Lugar de fala), di cui vi sveliamo la copertina.

Djamila Ribeiro è una delle voci più dirompenti del femminismo nero in Brasile e a livello internazionale. È una filosofa e un’attivista, una donna che si sta battendo per rompere il silenzio imposto dalle società eteropatriarcali a dominanza bianca. E al tempo stesso per democratizzare la conoscenza nel suo Paese.

La BBC l’ha inserita tra le 100 donne più influenti del mondo. Nel saggio Il luogo della parola Ribeiro si chiede chi abbia diritto di parola in una società come quella occidentale, dove il maschilismo, la bianchezza e l’eterosessualità sono la norma. Un’opera in cui emerge la posizione critica della donna nera: ai margini del dibattito sul razzismo, centrato sull’uomo nero, e ai margini del dibattito di genere, centrato sulla donna bianca. Riflettere sul femminismo nero – dice Ribeiro – non crea delle scissioni ma, anzi, significa proprio interrompere la scissione che si è creata in una società disuguale. E, riflettendo su come l’oppressione di razza, genere e classe si intersecano, significa ideare progetti, nuovi traguardi civilizzatori, poter pensare a un modello differente di società.