poesia

  • di Sarah Lubala

    sono stata cresciuta seguendo il vangelo congolese posso insegnarti come si fa a dimenticare il posto da cui vieni a venerare l’ampia strada davanti a te le mani aperte in questo modo: fa’ che ciascun palmo sia una lettera rivolta al cielo

    Una storia di sparizione è una raccolta di poesie che segna il debutto letterario in Italia di Sarah Lubala, autrice di origini congolesi. Al cuore della raccolta c’è lo sradicamento forzato da quel Paese che di lì a poco sarebbe diventato Repubblica Democratica del Congo, cuore verde e tormentato dell’Africa, attraversato da fiumi possenti. Ed è un fiume il tempo stesso della narrazione poetica in cui il passato e il presente si fondono in un’unica dimensione liquida e mutevole. Dalla nebbia che si leva da quella massa d'acqua emergono ricordi, quelli di una storia famigliare spezzata in più parti dalla migrazione, dalla violenza, dalla malattia mentale. Emergono figure femminili, di bambine prima e poi donne, ora fragili come uccellini tremanti ora forti e radicate come alberi di una foresta primaria. La voce poetica che le racconta, sconcertante nella sua lucidità e commovente nella sua umana pietà, solca le acque del fiume, le attraversa, vi si bagna e ne riemerge, infine, limpida e luminosa. Traduzione di Gaia Resta Curatela di Antonella Sinopoli Un progetto realizzato in collaborazione con AfroWomenPoetry
  • di Yara Nakahanda Monteiro
    Nel baule intarsiato il mio cordone ombelicale si sveglia, segue il cammino, geografia delle viscere. Cresce, nel sobborgo, verso i vasi di plastica dove violette africane fioriscono.
    «Pro-pronipote della schiavitù, pronipote delle relazioni interrazziali, nipote dell’indipendenza e figlia della diaspora». Yara Nakahanda Monteiro indaga, attraverso il registro intimo della poesia, la condizione femminile, la natura, l’identità e l’appartenenza, la storia, i ricordi e i sogni. Nei versi, la violenza contro le donne si fa metamorfosi della distruzione della natura. Versi che riecheggiano memorie rimosse, che si confrontano con i traumi del passato, in un paesaggio lirico che cerca la guarigione. Unendo oralità ed erudizione, l’autrice ricorda l’infanzia nella periferia di Lisbona e le storie di vita in Angola raccontate dalla nonna. La voce poetica evoca fantasmi che infestano il presente: la diaspora, l’esilio, le condizioni di vita delle comunità afrodiscendenti, la violenza, gli spettri del colonialismo reincarnati nel razzismo, la ricerca identitaria. Nutrite dalle ombre del passato, le sue parole si trasformano in apparizioni, palpitazioni, aritmie cardiache, macchie confuse, ricordi vaghi, inquietudini scarabocchiate in un quaderno d’appunti in cui i confini tra passato e presente, tra Europa e Africa, tra sogno e realtà sfumano, diventando altro: poesia. Traduzione e Postfazione di Nicola Biasio Prefazione di Ubah Cristina Ali Farah
  • di Rahma Nur

    Una voce che rifiuta ogni incasellamento e silenziamento. Che dipinge un mondo complesso, dove la gioia e il dolore trovano spazio di riconoscimento, dove entrambi possono essere sussurrati e gridati. Una voce grazie a cui le parole si fanno veicolo per connettere mondi e al tempo stesso per valicare frontiere, linguistiche, culturali ed emozionali.

    È quella di Rahma Nur – donna, Nera, madre, (dis)-abile – che, nella sua prima raccolta di poesie, ci consegna un grido potente, intimo e al tempo stesso politico, contro le ingiustizie di una società ancora razzista, restituendo una molteplicità di lingue, quelle dimenticate e quelle incontrate, il dolore della perdita, ma anche la speranza di una maternità generativa. Una voce che si sofferma, attraverso l’atto poetico, sulla necessità di ribaltare lo sguardo, respingendo quegli occhi che “guardano senza riconoscere”, con il desiderio di ridurre e approssimare, restituendo invece – come scrive Mackda Ghebremariam Tesfau’ nella prefazione – uno sguardo proprio, non marginalizzato, capace anche di raccontare con il loro nome i dimenticati, le vittime del razzismo. La possibilità di una lettura trasformativa.

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