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  • di Ilaria Santambrogio e Marina Gellona Uno specchio segreto, un vuoto che si riempie di significati e si fa trampolino verso nuove possibilità. Ilaria è una donna che fin da ragazza soffre di alopecia. Un’esperienza vissuta, attraversata, combattuta e poi fiorita in dialogo con sé stessa. Alla ricerca della propria forma, del riconoscimento di sé, Ilaria vive in bilico tra una società performativa, che pretende di plasmare le persone in prodotti uguali e controllabili, e la ricerca costante di un benessere autentico, individuale e relazionale, non preordinato. Dai conflitti sul luogo di lavoro, dove si scontra con dinamiche di potere patriarcale, alle vicende di una storia famigliare complessa, la non conformità diventa per Ilaria una strada da percorrere per affermare la propria individualità. Un fiore che sboccia, fisicamente sul suo corpo, simbolicamente grazie alle sue scelte, per una trasformazione generativa di nuove connessioni e di una società in cui ci si possa raccontare autenticamente senza rischiare l'esclusione.
  • Quali sono i concetti chiave del femminismo Nero brasiliano? Il catalogo di Capovolte propone una raccolta delle sue voci più significative, tre generazioni differenti che si susseguono lungo la genealogia resistente delle «madri senza nome». In offerta solo fino al 13 luglio Intersezionalità di Carla Akotirene Piccolo manuale antirazzista e femminista di Djamila Ribeiro Occhi d'acqua di Conceição Evaristo
  • di Djamila Ribeiro Nel più delicato e personale dei suoi libri, la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro rievoca l’infanzia e l’adolescenza per affrontare temi quali l’ancestralità nera, la violenza di Stato e le difficoltà di crescere i figli e guardare al futuro in una società strutturalmente razzista. Il racconto prende la forma di lettere alla defunta nonna Antônia - affettuosa e amorevole, conoscitrice di erbe curative e guaritrice molto ricercata. La complicità sempre esistita tra nonna e nipote è ciò che permette all'autrice di ricordare episodi difficili, come la perdita del padre e della madre, le aggressioni subite come donna Nera in Brasile e gli ostacoli vissuti nella vita accademica. Nelle lettere le relazioni amorose, le esperienze professionali, la musica, le letture e le amicizie che hanno accompagnato Djamila Ribeiro nella sua crescita personale si uniscono a una graduale consapevolezza: l’eco delle lotte e delle conquiste delle persone Nere che ci hanno precedute è la forza che ci permette di andare avanti, nel recupero di una memoria e di una genealogia collettiva familiare e degli oppressi che diventa risposta alle sfide del presente. Traduzione di Alessia Di Eugenio e Nicola Biasio Postfazione a cura dellə traduttorə e di Francesca De Rosa
  • di Yara Nakahanda Monteiro «Pro-pronipote della schiavitù, pronipote delle relazioni interrazziali, nipote dell’indipendenza e figlia della diaspora». Yara Nakahanda Monteiro indaga, attraverso il registro intimo della poesia, la condizione femminile, la natura, l’identità e l’appartenenza, la storia, i ricordi e i sogni. Nei versi, la violenza contro le donne si fa metamorfosi della distruzione della natura. Versi che riecheggiano memorie rimosse, che si confrontano con i traumi del passato, in un paesaggio lirico che cerca la guarigione. Unendo oralità ed erudizione, l’autrice ricorda l’infanzia nella periferia di Lisbona e le storie di vita in Angola raccontate dalla nonna. La voce poetica evoca fantasmi che infestano il presente: la diaspora, l’esilio, le condizioni di vita delle comunità afrodiscendenti, la violenza, gli spettri del colonialismo reincarnati nel razzismo, la ricerca identitaria. Nutrite dalle ombre del passato, le sue parole si trasformano in apparizioni, palpitazioni, aritmie cardiache, macchie confuse, ricordi vaghi, inquietudini scarabocchiate in un quaderno d’appunti in cui i confini tra passato e presente, tra Europa e Africa, tra sogno e realtà sfumano, diventando altro: poesia. Traduzione e Postfazione di Nicola Biasio Prefazione di Ubah Cristina Ali Farah
  • di Alice Schellino Il Guatemala delle Terre Alte e le sue comunità maya, nell’universo culturale di lingue, colori e mercati, simbologie ancestrali e rombanti camionetas. Ma anche la Guatemala profunda, sofferta, femminile e marginale, il sentimento dell’abbandono, il turismo aggressivo e noncurante, la violenza reiterata sulla terra e sui corpi delle donne, le ferite di una guerra genocida che ha avuto nella popolazione indigena la sua principale vittima. Un incontro vissuto nell’intreccio dei viaggi, lungo un cammino interiore, intimo e femminile, in un ripercorrere di luoghi, frammenti, guarigioni. Molto più di un'indagine antropologica. Questo libro è il racconto di una viaggiatrice solitaria, donna fra le altre donne, tra disorientamento, ricerca e solidarietà.
  • Esaurito
    di silvia b Bisogna avere forza per tentare e ritentare il game, il passaggio di confine, dopo percorsi di vita, respingimenti, torture, abbandoni, approdi. Bisogna avere fortuna per vincerlo quel “gioco”, perché la "nostra” non è terra per migranti. In mezzo c’è the border, non uno, ma un’estenuante serie di confini e discriminazioni poste come ostacoli alle vite di persone di ogni genere, età e provenienza. Con uno stile lirico e potente, che alterna narrazione a linguaggio poetico, e una serie di vivide immagini fotografiche, l’autrice ci porta nel mezzo di alcuni dei luoghi di migrazione più attraversati del nostro tempo: prima la rotta balcanica, tra Serbia e Croazia e Serbia e Ungheria, poi il Mediterraneo, sull’isola greca di Lesvos, con il suo volto di salvezza e al tempo stesso di prigione. E infine l’Italia, in quella Trieste che si affaccia sui Balcani, dove un’umanità solidale si scontra con molteplici forme di razzismo quotidiano, così come succede a Ventimiglia, a Milano, a Bologna. Qui lo sguardo dell'autrice si sofferma sulla scuola - spazio in cui razzismo e classismo s’intersecano con il sessismo quotidiano - moltiplicando le discriminazioni e le sfide per le donne di origine straniera, e sulle frontiere interne che si continuano a costruire intorno alle persone che arrivano. Non solo un reportage, ma un'opera situata, che porta all'interno dell'azione e fa risuonare le voci di chi è in viaggio nella bellezza degli incontri. Un libro che dai margini denuncia ingiustizie, violenze e contraddizioni, in una visione femminista e antipatriarcale, critica e autocritica verso lo sguardo eurocentrico e le politiche di esclusione europee.
  • A cura di Paolo Cozzaglio Le voci mentali sono esperienze vive e possono essere espressione di una sofferenza psichica soggettiva. Per affrontarle e meglio comprenderle, professionisti dell’ambito psichiatrico ed “esperti per esperienza” si sono messi in rete, in un atto di cura che pone il Soggetto al centro e unisce conoscenza, sguardo teorico, presa in carico, ascolto, abbattimento degli stereotipi. Il libro, che include una sezione teorica e una sezione esperienziale, si rivolge a chi, in diversi ambiti, può incontrare uditori e uditrici di voci. Per superare ogni stigma e assumere un ruolo verso il benessere della persona. I testi sono di Paolo Cozzaglio (curatore del volume), Claudio Ghidoni, Francesco Bocci, Cristina Contini, Davide Salvarani, Francesca Fabbiani, Chiara Scaratti. La prefazione è affidata a Raffaele Galluccio.

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