di Valentina Petrillo
con Claudio Arrigoni e Ilaria Leccardi

“L’atletica ha rappresentato lo spiraglio, la via d’uscita, la salvezza. Sulla pista ho sempre trovato le motivazioni, i significati e le risposte giuste: è stata la mia rivalsa, il riscatto della mia vita”

Valentina Petrillo è una velocista, nei piedi e nelle gambe ha una potenza che la spinge a tagliare il vento e consumare chilometri di corsa sulla pista di atletica. Valentina è ipovedente, fin dall’adolescenza ha dovuto fare i conti con la malattia di Stargardt che le compromette la vista da entrambi gli occhi. Valentina è una persona transgender che, dopo tanti anni ingabbiata in una conformità che la opprimeva, ha iniziato il suo percorso di affermazione di genere, scegliendo però di non abbandonare il sogno sportivo che coltivava dall’infanzia, ispirata dal suo mito Pietro Mennea. Un obiettivo che l’ha portata a scontrarsi contro regolamenti escludenti, stereotipi, ostacoli burocratici. Ma che, nonostante tutto, è riuscita a raggiungere a Parigi nell’estate del 2024, quando è diventata la prima atleta transgender a partecipare a un’edizione delle Paralimpiadi, vestendo la maglia azzurra. Su quella pista viola, davanti agli occhi del mondo, ha scritto la storia. Più veloce di tutto, anche del tempo.

Questo libro, scritto assieme ai giornalisti Claudio Arrigoni e Ilaria Leccardi, racconta la sua storia umana e sportiva. Un esempio e un punto di riferimento per tante persone che ancora vivono nell’ombra e che da quell’ombra dovrebbero avere il diritto di uscire, anche attraverso lo sport.

Illustrazione di copertina di Domitilla Marzuoli

Prefazione di Sandrino Porru, Presidente FISPES

Progetto grafico Oficina Fritta + Sabrina Gatto