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  • di Alice Schellino Il Guatemala delle Terre Alte e le sue comunità maya, nell’universo culturale di lingue, colori e mercati, simbologie ancestrali e rombanti camionetas. Ma anche la Guatemala profunda, sofferta, femminile e marginale, il sentimento dell’abbandono, il turismo aggressivo e noncurante, la violenza reiterata sulla terra e sui corpi delle donne, le ferite di una guerra genocida che ha avuto nella popolazione indigena la sua principale vittima. Un incontro vissuto nell’intreccio dei viaggi, lungo un cammino interiore, intimo e femminile, in un ripercorrere di luoghi, frammenti, guarigioni. Molto più di un'indagine antropologica. Questo libro è il racconto di una viaggiatrice solitaria, donna fra le altre donne, tra disorientamento, ricerca e solidarietà.
  • di Giorgia Bernardini

    La body culture vigente ci propone una specifica immagine delle sportive: donne muscolose e senza trucco con indumenti che mostrano un corpo atletico. Ma cosa accade quando alla pratica dello sport prendono parte le atlete musulmane, donne che secondo la loro cultura, tradizione e credo religioso sono considerate rispettabili solo se seguono i criteri di modestia nel comportamento e nell’abbigliamento? E quali sono le difficoltà che queste donne devono affrontare nei contesti sportivi, governati da regolamenti che per lo più vietano l'utilizzo dell'hijab, il velo sul capo, durante le competizioni?

    Attraverso le storie iconiche di Ramla Ali, Khalida Popal, Asma Elbadawi e Hasnaa Bouyij, quattro sportive che hanno rotto il tetto di cristallo, lottando per coniugare sport e religione, cultura e passione, Giorgia Bernardini ci guida nelle rivoluzioni che hanno coinvolto il mondo sportivo internazionale dove sempre più atlete musulmane si stanno battendo per autodeterminarsi e non dover scegliere tra velo e pratica agonistica. Dal basket al pugilato, dal calcio al rugby, non si tratta di vicende isolate, ma di storie di atlete diventate attiviste e punti di riferimento per le bambine di domani. Donne capaci di contrastare con le proprie scelte le dinamiche razziste e la cultura egemonica che ancora dominano le nostre società.

    Illustrazione di copertina di Lorena Spurio. Prefazione di Sumaya Abdel Qader
  • di CRISTINA CONTINI

    Sentire le voci può fare paura. Cristina Contini è una donna che da anni vive a contatto con le voci. La sua storia, la sua sensibilità, la sua decisione di mettersi a servizio delle persone in sofferenza e il suo lavoro in ambito psichiatrico testimoniano quanto sia importante l’ascolto. L’ascolto per assumere consapevolezza, per affrontare e superare la paura, per far sì che tutte le parti di sé tornino a integrarsi, trovando una coerenza nell’agire e nell’essere.

  • A cura di Paolo Cozzaglio Le voci mentali sono esperienze vive e possono essere espressione di una sofferenza psichica soggettiva. Per affrontarle e meglio comprenderle, professionisti dell’ambito psichiatrico ed “esperti per esperienza” si sono messi in rete, in un atto di cura che pone il Soggetto al centro e unisce conoscenza, sguardo teorico, presa in carico, ascolto, abbattimento degli stereotipi. Il libro, che include una sezione teorica e una sezione esperienziale, si rivolge a chi, in diversi ambiti, può incontrare uditori e uditrici di voci. Per superare ogni stigma e assumere un ruolo verso il benessere della persona. I testi sono di Paolo Cozzaglio (curatore del volume), Claudio Ghidoni, Francesco Bocci, Cristina Contini, Davide Salvarani, Francesca Fabbiani, Chiara Scaratti. La prefazione è affidata a Raffaele Galluccio.
  • di CINZIA BREDA con VERONICA CORSARO Vivere lo sport nell'epoca del Covid. Tra stop e ripartenze, tra paure e nuove speranze. Le lezioni di ginnastica attraverso gli schermi, l'impossibilità del contatto fisico, gli spazi ridotti delle case, l'importanza del ruolo dell'allenatrice. Affrontare la distanza, costruendo nuove strade per crescere insieme, cercando la centralità della collaborazione, l’equilibrio tra adulti e bambini, il valore del tempo che scorre indisturbato. Pagine scritte per ragazzi e ragazze, genitori, insegnanti, allenatori, allenatrici e per tutti coloro che abbiano la curiosità e il desiderio di riflettere di un Oggi così diverso, vissuto con e attraverso lo sport. Un racconto delicato, onirico, profondo, in cui le parole e le illustrazioni dell'autrice Cinzia Breda - artista e tecnica di ginnastica ritmica - si intrecciano con la voce e l'ironia della giovane allenatrice Veronica Corsaro e la poesia di Ermanna Carmen Mandelli. Prefazione di Ilaria Leccardi
  • di Cristina Contini Un Manuale concepito per proporre efficaci strategie di affrontamento delle voci a chiunque le senta o abbia a che fare con una persona che le sente. Uno strumento, utile anche a professionisti e professioniste che operano nell'ambito della salute mentale, che ha l’obiettivo di dare voce alle voci e alle parole delle voci. Una nuova edizione, aggiornata e arricchita nei contenuti, a cura di Cristina Contini, Presidente dell'Associazione Nazionale Sentire le Voci. Spiega l'autrice: “Così come le parole delle voci danno origine a emozioni, pensieri e sentimenti, intendo far scoprire che, agendo energicamente sugli stessi pensieri e sentimenti, è possibile modificare quei comportamenti che aiutano concretamente a risolvere i problemi derivanti dalle voci. Per poterlo fare occorre innanzitutto ammettere che ANCHE gli uditori e le uditrici hanno bisogno di avere speranze, creare desideri e vivere l’esperienza della bellezza dei sentimenti”.
  • di ARIANNA ROCCA con ILARIA LECCARDI

    Arianna Rocca è una ginnasta. Entrata in palestra all’età di due anni, si è innamorata di questo sport fatto di forza e fatica, fino ad arrivare ai massimi livelli nazionali. Tre volte campionessa italiana assoluta al volteggio e più volte premiata con la sua società Forza e Virtù di Novi Ligure, ha brillato al fianco di stelle come Vanessa Ferrari, Carlotta Ferlito e in incontri internazionali ha spartito podi con l’olimpionica Simone Biles. Ciononostante non è riuscita a coronare il sogno di vestire il body della Nazionale azzurra in eventi ufficiali come Mondiali, Europei, Olimpiadi.

    Arrivata a 21 anni, decide di dire basta per inseguire un sogno più grande: lavorare con i bambini nelle scuole e portare un pezzo di sé, delle proprie competenze sportive e del proprio calore, in Tanzania, per sostenere il progetto della Onlus IOP Italia, attiva nel Paese africano con progetti rivolti a piccole orfane. “Sono una ginnasta, ma sono prima di tutto una persona. Amo i bambini, i loro sorrisi mi restituiscono la vita”.

    Un viaggio di speranza e solidarietà, maturato tra la polvere di magnesio e realizzato per regalare attimi di gioia.

  • di Carlo Griseri Cosa significa fare cinema ed essere donna? Quanto è difficile emergere, proporre una narrazione che si discosti dalla linea continua dell’industria cinematografica globalizzata, dominata a tutti i livelli da logiche patriarcali? In Francia come in Afghanistan, in Libano come negli Stati Uniti, con Ritratte Carlo Griseri ci conduce in un viaggio attraverso le storie di dieci registe che parlano dal margine e che portano sullo schermo le proprie storie personali e politiche, per dare voce alle realtà da cui provengono, per sovvertire linguaggi e sguardi. Sono storie – quelle incarnate e quelle dirette sul set – che raccontano una battaglia costante, contro stereotipi e ostacoli più o meno evidenti. Una strada che si sta costruendo da tanti luoghi diversi, ma che va nella direzione di un cinema nuovo. Chi sono le Ritratte nel libro? Nadine Labaki, Shahrbanoo Sadat, Alice Wu, Maïwenn, Rama Burshtein, Ekwa Msangi, Pelin Esmer, Mounia Meddour, Antonella Sudasassi e Darya Zhuk. Prefazione di Stefania Rocca Postfazione di Federica Fabbiani
  • di Djamila Ribero

    Dieci lezioni brevi per comprendere le origini del razzismo e combatterlo. Dalla necessità di riconoscere il privilegio bianco, alla violenza razziale, Djamila Ribeiro delinea un percorso di critica e consapevolezza, per offrire nuovi spunti di riflessione e nuovi strumenti a chi voglia approfondire la propria percezione del razzismo e assumersi la responsabilità di trasformare il presente.

    Il razzismo, sostiene la filosofa brasiliana, non è solo l’atto volontario o meno di un individuo, ma una dimensione strutturale consolidata e radicata nella nostra società, che crea disuguaglianze, oppressione, negazione di diritti. Riconoscerne le radici e l’impatto può essere sconvolgente e paralizzante, ma la pratica antirazzista è più che mai urgente ed è una battaglia che riguarda tutti e tutte.

    Il volume in Brasile è rimasto per cento settimane nella classifica dei libri più venduti, ma è fondamentale anche nel nostro contesto sociale. «Questo Piccolo manuale - scrive nella prefazione Igiaba Scego - aiuterà anche noi qui in Italia, un’Italia che nega di essere perpetuatrice di razzismo sistemico (e lo è), a mettere a fuoco i dilemmi e i fantasmi che si agitano nella nostra contemporaneità».

    Traduzione di Francesca De Rosa Prefazione di Igiaba Scego
  • di Laura Fano Morrissey America Latina luogo della dignità, cuore delle battaglie per il riscatto sociale, terreno vivo dei movimenti femministi che nell’ultimo decennio hanno segnato la strada a livello transnazionale. Laura Fano Morrissey, antropologa sociale specializzata in America Latina, ci conduce al centro dei movimenti sociali che hanno infiammato un’area del mondo da sempre attiva nella sua dimensione partecipativa. Dalla storia di Francia Márquez, prima vicepresidente Nera della Colombia, alle battaglie dei femminismi latinoamericani, in primis la potenza di Ni Una Menos in Argentina, dalla lotta all’estrattivismo con la centralità del corpo-territorio, alla portata del fenomeno migratorio che riguarda sempre più donne coinvolte nelle catene globali della cura. E, dunque, la sfida dei femminismi occidentali verso una necessaria decolonizzazione dei propri sguardi e delle proprie pratiche.
  • di Conceição Evaristo Arriva in Italia l’opera di una tra le autrici Nere contemporanee più rilevanti, la brasiliana Conceiçao Evaristo, con la raccolta Occhi d’acqua, nella traduzione di Francesca De Rosa. Un viaggio per racconti brevi che ci porta nel cuore della comunità afrobrasiliana, con storie che partono dal tessuto urbano della favela e si intersecano tra povertà e violenza urbana, sulla corda tesa tra la vita e la morte. Un’opera che dà pieno corpo alla peculiare escrevivência, concetto coniato dall’autrice stessa per descrivere il fitto intreccio tra scrittura e vissuto, non solo individuale ma comunitario, e ancorato alla storia del popolo a cui appartiene. Racconti fatti di infanzia, di vita adulta, di mascolinità Nera anche se il vero protagonista dell’opera è l’universo variegato della donna Nera. Fiumi di sentimenti bagnano le pagine, vite ai margini tra fame, povertà, violenza e abusi. Sono le memorie del passato che solcano il terreno del presente, quel passato che non passa e che condiziona ancora oggi le vite Nere in una società che resta profondamente schiavista e ricolma di strutturale violenza razziale. Ma sono anche le storie di speranza, quelle delle guerriere di vita che trovano rifugio nella parola parlata, condita dal suono e dal ritmo e poi scritta. Le memorie salate sopravvissute da una parte all’altra dell’Atlantico, i saperi ancestrali delle yabás custoditi da secoli nel variegato e prezioso bagaglio culturale della comunità afrobrasiliana. Traduzione di Francesca De Rosa
  • di GRADA KILOMBA 
    "Quando scrivo divento la narratrice e la scrittrice della mia realtà, l’autrice e l’autorità della mia stessa storia. In questo senso, divengo la contrapposizione assoluta di ciò che il progetto coloniale ha predefinito". Memorie della piantagione è l’opera cardine di Grada Kilomba, artista interdisciplinare che, sovvertendo i canoni delle pratiche artistiche, affronta il razzismo e le forme di decolonizzazione del sapere, concentrandosi su elementi come memoria, trauma, genere. In questo testo emerge la realtà psicologica del razzismo quotidiano, vissuto in particolare dalle donne Nere e basato sulle impressioni soggettive, le auto-percezioni e le narrazioni biografiche. La combinazione delle parole “piantagione” e “memorie” descrive il razzismo come realtà traumatica e posiziona lə soggettə Nerə in una scena coloniale dove, tutt’a un tratto, il passato viene a coincidere con il presente e il presente è esperito come se ci si trovasse ancora in quel passato straziante. Ma a cui è possibile rispondere, con un processo di decolonizzazione del sé. Un libro fondamentale, attraverso cui Grada Kilomba crea uno spazio di resistenza e speranza, una nuova geografia del futuro.
    Grazie alla traduzione di quest’opera, Capovolte introduce nelle sue pubblicazioni l’utilizzo della lettera ǝ, con l’obiettivo di andare alla ricerca di un linguaggio più inclusivo.
    Traduzione di Mackda Ghebremariam Tesfaù e Marie Moïse
    Traduzione dell'introduzione dal portoghese di Silvia Stefani

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