Il termine “intersezionalità” è sempre più utilizzato dai femminismi, dai contesti accademici e dalle narrazioni dominanti che negli anni se ne sono appropriate, colonizzandolo e rischiando di svuotarlo di significato. La studiosa brasiliana Carla Akotirene torna alle radici del concetto, alla sua origine teorica e a quella politica, con l’obiettivo di decolonizzare le prospettive egemoniche e riportando al centro di dibattito l’Atlantico – come locus di oppressioni incrociate – e il contributo delle femministe Nere provenienti dal Sud Globale. A partire dalla formulazione del termine da parte di Kimblerlé Crenshaw in ambito giuridico, Akotirene allarga la prospettiva riprendendo e affermando un modello afro-centrico.
Le battaglie di Lélia Gonzalez e Sueli Carneiro, punti di riferimento del femminismo Nero afro-brasiliano, si connettono ai contributi di studiose africane come Oyèronké Oyèwúmi, Bibi Bakare, Sylvia Tamale, e risuonano nelle parole delle intellettuali “amefricane”, da bell hooks ad Angela Davis, da Audre Lorde a Patricia Hill Collins.
Un testo nato nella collana Feminismos Plurais diretta dalla filosofa brasiliana Djamila Ribeiro, che contribuisce a svelare le trappole imposte dal potere coloniale. Pagine capaci di guidare verso nuovi percorsi interpretativi e creare opportunità di resistenza.
Traduzione italiana a cura di Monica Paes. Revisione di Francesca De Rosa.